Ci sono, ormai, nomi inglesi maschili diffusi in tutta Italia e che sempre più spesso vengono scelti da mamme e papà nostrani che non vogliono chiamare il proprio figlio come i nonni e non vogliono rassegnarsi nemmeno ai soliti nomi italiani sentiti e risentiti. Le regole, però, quando si sceglie un nome straniero da dare ai propri figli sono esattamente le stesse di quelle che valgono per i nomi italiani.

Nomi inglesi maschili diffusi in Italia: quali sono e come sceglierli

Prima di ogni cosa: che nel complesso il tutto – nome e cognome, s’intende – suoni bene e non cacofonico e, soprattutto, tanto per quanto riguarda per esempio allitterazioni, vocali e consonanti che possono ripetersi quanto per ciò che ha a che vedere invece con il significato di ogni “elemento del nome”. In italiano come in inglese, cioè, dovrebbero essere evitati quei giochi di parole che costringono il bambino – o, la bambina, in questo caso – a portarsi dietro per tutta la vita un nome e un cognome come Santa Pasqua.

Bisognerebbe accertarsi, poi, del significato letterale e non dei nomi inglesi in lista per il battesimo del piccolo. Alcuni significati sono più facili da indovinare di altri: tutti sanno, per esempio, che Taylor significa “sarto” o che Ted è ricollegato al vegliare sulle ricchezze proprie o altrui. Altri nomi inglesi maschili, pur molto diffusi, invece hanno una storia più particolare da cui deriva il loro stesso significato: Kim, per esempio, era in origine un cognome legato alla provenienza territoriale di certe famiglie, anche se ormai è utilizzato anche nei Paesi non angolfoni senza più riferimento al suo significato originale. Una dimostrazione, insomma, del fatto che quando si scelgono nomi stranieri spesso lo si fa per il suono, per la bellezza, per l’originalità ma senza essere davvero consapevoli di cosa si augura al proprio figlio affidandogli quel nome. Non che con i nomi italiani non succeda a volte lo stesso: anche mamme e papà più attenti, difficilmente vanno a consultare la lista di nomi e loro rispettivi significati ma quasi sempre si affidano più al proprio senza estetico.

In non pochi casi, tra l’altro, quando si dà un nome straniero al bambino è per seguire una moda o l’esempio e l’ispirazione di personaggi famosi e vip che hanno fatto lo stesso. Tra i nomi inglesi maschili diffusi così ci sono oggi Eddie o David (anche se, va ricordato in questo caso, la vera origine del nome è ben diversa e risale ai racconti biblici).

Tra le accortezze che si dovrebbero avere nel dare a un bambino un nome straniero comunque, al di là che sia inglese o di qualsiasi altra provenienza, c’è stare attenti alla facilità sia con cui si pronuncia il nome, sia con cui lo si scrive. Potrebbe non esserci niente di più frustrante, infatti, per un bambino di essere ripetutamente chiamato col nome sbagliato (pensate soprattutto a nonni, parenti anziani o insegnanti più in là con l’età!). Senza contare che una grafia sbagliata potrebbe avere implicazioni burocratiche e legali anche gravi.