Il termine origami deriva dal giapponese Oru 折 ‘piegare’ e da Kami 紙 ‘carta’ e indica l’arte di piegare la carta con la quale si possono realizzare sagome di vari oggetti e forme geometriche.

In realtà, la tecnica della piegatura è nata in Cina nel II secolo ma furono gli abitanti del Sol Levante, intorno al  IX secolo, a trattare la carta rendendola più morbida e resistente utilizzando il riso, e soprattutto a fare dell’origami un’ incantevole arte.

Nei secoli si è diffusa anche in Occidente: ad esempio, in Germania,troviamo sue tracce in ambito artistico al National Museum e al Museum of Saxon Folk Art dove ci sono cavalli e cavalieri origami che si pensa siano stati realizzati tra il 1810 e il 1820 mentre per quanto riguarda l’ambito letterario autore come Lev Tolstoj, Mary Shelley e Lewis Carroll ne hanno fatto riferimento nelle loro opere.

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Il legame con la religione

Al di là della sua etimologia, l’origine dell’ origami ha delle affinità con la religione shintoista: infatti le prime

forme di origami erano formate da strisce di carta bianca piegate che venivano combinate utilizzando un filo o una bacchetta di legno, utilizzate

per delimitare gli spazi sacri. È possibile, quindi, notare come alla carta venisse attribuito un valore nobile come tutto ciò che viene utilizzato nell’ambito divino e come la tecnica stessa rimanda alla creazione: infatti, attraverso un attento e preciso gioco di mani si dà vita a diverse figure. Nei decenni è diventata una pratica sempre più diffusa tanto da essere utilizzata tutt’oggi durante le cerimonie nuziali. In Giappone si è soliti attaccare, infatti, delle farfalle di carta alle coppe di sakè con le quali gli sposi brindano alla felicità della loro unione e l’origami assume, in questo caso, un significato augurale.

Tra gli origami che abbiamo importato dal Giappone c’è quello della gru, simbolo di immortalità alla quale sono legati diversi miti secondo cui chiunque pieghi mille gru vedrà i propri desideri esauditi.

La valenza pedagogica degli origami

Si è dovuto attendere il 1900 affinché venisse ulteriormente riconosciuto il suo valore. Infatti il pedagogo tedesco Friedrich Froebel fu il primo filosofo a riconoscere le grandi potenzialità pedagogiche dell’origami, fondamentali per la crescita e l’educazione del bambino considerandola un’attività creativa utile per lo sviluppo psichico del bambino.

In realtà, l’arte dell’origami ha benefici anche per gli adulti in quanto insegna ad essere pazienti, ad allentare lo stress e a liberare la mente.

L’origami non è solo un passatempo. I più talentuosi possono anche dedicarvisi per realizzare complementi d’arredo per la casa consistenti in lavoretti fai da te.

L’occorrente è la carta e tanta pazienza. La carta è la materia prima e sono escludere sia i fogli di carta troppo sottili per la loro fragilità sia i fogli tipo cartoncino, difficili da piegare. La carta adatta è liscia, non si stropiccia ed è facile da lavorare.